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mercoledì 28 marzo 2012

Swatch Art Peace Hotel

Pochi giorni fa stiamo stati invitati da Rosi Schneider e Kathryn Gohmert, tedesca la prima e texana la seconda, a visitare il loro studio presso lo Swatch Art Peace Hotel. Avevo già sentito parlare di questo progetto sviluppato da Swatch insieme al memorabile Peace Hotel di Shanghai, ma non pensavo che i "resident artists" fossero artisti davvero risiedenti al'interno di questo edificio. 

Costruito nel 1906-1908, The Swatch Art Peace Hotel è stato accuratamente restaurato, per una volta con la giusta attenzione e rispetto verso quello che è uno dei monumenti più significativi e conosciuti di Shanghai. Solitamente i restauri in Cina vengono portati a termine in modo piuttosto approssimativo (anzi si tende a demolire e ricostruire una copia). La facciata dell'edificio ha preservato i caratteristici elementi architettonici, mentre all'interno soffitti d'epoca e decorazioni sono stati restituiti al loro originario splendore. L'interno dell'hotel è stato invece adattato per ospitare una vasta gamma di funzioni. SAPH mira a divenire una ambita sede a livello internazionale per l'arte contemporanea, la cultura e l'ospitalità, un ambiente unico in cui l'arte è il massimo del lusso.



Sotto il tetto dello SAPH vi sono oggi artisti di talento provenienti da tutto il mondo, compresa la Cina, invitati a Shanghai per vivere e lavorare negli studi a loro destinati. Gli artisti, selezionati da un apposito comitato per partecipare al Programma Art Swatch Peace Hotel Guest Artist, hanno la possibilità di sperimentare la vivace vita di questo ambiente culturale ed artistico unico (in realtà vengono badati a vista: niente eccessi, siamo pur sempre in Cina!). Swatch Group ha accolto i primi artisti a Shanghai nel mese di aprile del 2011. Chi visita la struttura può assistere ad una serie di mostre degli artisti presenti in quel momento, ma sopratutto ammirare dalla terrazza sul tetto una grandiosa vista sul Bund e su Pudong, dall'altra parte del fiume Huangpu.

Naturalmente Swatch Group si aspetta di contribuire in maniera significativa allo sviluppo culturale e artistico di Shanghai attraverso questo suo progetto. In questo modo gli artisti trarranno beneficio dalla loro esposizione a un pubblico internazionale nella posizione più prestigiosa a Shanghai mentre l'"art hotel" sarà come una porta aperta al mondo, un invito permanente a impegnarsi in uno scambio culturale. Il progetto Swatch Art Peace Hotel rappresenta quindi sia un patrimonio culturale unico che una investizione ufficiale di Shanghai come una delle più interessanti e influenti città d'arte del mondo (ruolo a cui Shangha ambisce fortemente: il piano è quella di trasformarla in 10 anni nel più importante polo artistico mondiale). 


Dopo aver visitato i locali dedicati agli artisti ho proprio pensato che quasi quasi potrei diventare un'artista anche io..

Corridoio
Mega tavolo da ping pong per creativi???
Gli studi degli artisti: non vola una mosca
Gli appartamenti: numerati da 1 a 40 sono composti da camera da letto e salottino (all'interno della "bolla")
Spazi in comune per socializzare
La vista sul Bund di giorno..
Altri spazi per socializzare (poveri artisti, hanno bisogno di socializzare..)
Zona divanetti

L'entrata dei salottini privati: chiedo aiuto agli amici architetti per capire il senso del lavandino.. Forse gli artisti hanno le mani sporche di tempera? Ma allora perchè è tutto bianco??
Camera da letto
Vista dalla terrazza

Bandiera Rossa


lunedì 19 marzo 2012

Grattacieli paralleli

Oggi, 19 marzo, è la festa del papà e essendo lontana ho deciso di dedicare questo post a mio padre, non potendogli fare nessun tipo di sorpresa. 
In quanto figlia di geometra non posso quindi evitare di fare uno speciale sull’architettura di Shanghai.
Dai tempi in cui stavo a Berlino sono convinta che tutti i migliori architetti degli anni Novanta si fossero ritrovati fra loro per sperimentare le idee più pazzoidi del momento sulla nuova Potsdamer Platz. Adesso so invece dove si fossero riuniti gli architetti più fuori di testa degli anni Novanta: sicuramente a Shanghai. In poco più di 20 anni questa città è stata trasformata in una delle metropoli più grandi del pianeta, con quasi 20 milioni di abitanti. Gli altissimi grattacieli di Shanghai sono la testimonianza più evidente di questa crescita selvaggia: forse si può dire che ogni genere di forma e materiale edile siano stati sperimentati in questa città, dando vita ad uno scenario futuristico che inizialmente può sembrare abominevole ma che a poco a poco cattura l’immaginazione di chi vive qui, divenendo quasi affascinante.
Si possono dire tante cose su Shanghai: che ha la metropolitana più lunga al mondo, che i cinesi costruiscono questi palazzoni per senso di inferiorità, che il tamarro prevale sul buon senso, che l’investimento edilizio è sempre il più forte e quindi questa crescita era inevitabile, ma non si può negare che nemmeno il migliore illustratore sarebbe stato in grado di sognarsi questi palazzi.

Ecco a voi una carrellata dei più particolari fotografati da me (o da altri) per la città: chi mi conosce bene può provare a indovinare la TOP 5 dei miei palazzi preferiti.
Tanti auguri papà!

Vista di Pudong - un classico di Shanghai. Dalla parte opposta, Puxi, invece di una gara tra chi lo faceva più lungo c'è stata una competizione a chi lo faceva più strano!
Vista di Puxi dall'alto del Cavatappi.
Il terzo mostro di Pudong attualmente in costruzione: quando sarà pronto a Shanghai l'avranno finalmente più lungo! 
I tre fratelli: la candelina, il cavatappi e il torso (in costruzione). Dietro spunta la Pearl Tower.
DALLA PARTE OPPOSTA...
Attenzione: un grillo!
L'Ufo! Solo loro potevano pensarci! L'edificio marrone sulla sinistra è stato invece per anni il grattacielo più alto di Shanghai!
Il penultimo a sinistra: il Matitone!
Orrore degli orrori
I due lipstick al tramonto..

Poco prima della costruzione selvaggia Stalin regalò a Shangha il palazzo delle fiere (molto russo!)
Ancora l'Ufo, appena atterrato..

L'opera di Shanghai
La circonvallazione...
V per.. vendetta?

Xintiandi, quartiere chic di Shanghai, dove raffinati grattacieli vanno a braccetto con versioni moderne delle tipiche case a facciavista cinesi..

Il museo di arte antica non poteva che avere la forma di un tipico pentolone cinese!
Il museo dell'Urbanizzazione, con tettoia urbana.
Zan zan: la reginetta!
Un plastico di Shanghai presso il Museo di Urbanizzazione

Il medusone: la stazione Sud dei treni di Shangha. Di notte è spettacolare!

L'elegante The Center, o Italian Building per via delle sedi di enti e organizzazioni italiane. Uno dei pochi grattacieli nella zona della ex Concessione Francese.

Negli ultimi anni va molto il vetro...
Sinuoso!
La Shanghai Library (di fianco a casa mia) tinta di rosa dalla luce del tramonto.
Le poche case rimaste vengono abbattute progressivamente per far largo al futuro...

... e se questo è il futuro andiamo bene!
Il padiglione della Cina costruito in occasione dell'Expo del 2010. E' ancora in piedi, in attesa di venire smontato.

mercoledì 14 marzo 2012

Gita... al porto!

Domenica, dopo settimane di insistenze e di ricerche sono riuscita a raggiungere lo Yangshan Port (洋山 ), o Yangshan Deep-Water Port (洋山 深水港),  un porto di acque profonde per le navi portacontainer nella baia di Hangzhou a sud di Shanghai. Da tempo volevo infatti vedere da vicino uno di questi porti, da quando mia sorella Margherita fece la sua tesi sui trasporti marittimi. Tuttavia quando qui a Shangha ho iniziato a chiedere del porto tutti mi guardavano tra l’incredulo e il meravigliato, non sapendo dove fosse ma soprattutto non capendo perché volessi andarci.
Finalmente un ragazzo cinese, pur prendendomi in giro, mi ha detto dove andare e dopo un’ora e mezzo d’auto e un ponte di 30 km che collega la terraferma all’isola dove è allocato il porto eccoci finalmente alla meta. In realtà è stata una bellissima escursione, lontano dai grattacieli e in mezzo alla "brezza" marina.
Il lungo ponte, più grigio che mai!
Una promettente giornata primaverile
Il porto di Shanghai (che in realtà ricopre un'area totale pari all'Emilia Romagna) si limitava originariamente  ad acque poco profonde, non in grado di accogliere portacontainer faraonici. Per ovviare a questa incresciosa situazione si è scelto di costruire un nuovo scalo in una zona caratterizzata da fondali profondi, capaci quindi di accogliere quei mostri che rispondono al nome di Panamax (forse sto dicendo fesserie) e permettendo di costruire posti barca con profondità fino a 15 metri. Come spesso accade in Cina in poco tempo si è deciso di collocare il nuovo porto sulle isole di Yangshan maggiore e minore, collegandole alla terraferma tramite il Donghai Bridge, un ponte lungo 32,5 Km inaugurato l’1 dicembre 2005 (tra l’altro Wiki dice che è il ponte più lungo del mondo sul mare!). In poche parole è una tipica costruzione faraonica da cinesi, con sei corsie, per un totale di 6.000 lavoratori in due anni e mezzo di costruzione.  
Nel 2000 e nel 2001, fu pertanto presa la decisione di iniziare la costruzione, suddivisa in 4 fasi. L’isola era abitata da quasi 6.000 persone, che furono gentilmente invitate a sloggiare in tempo record,sacrificandosi per la grandezza del Paese. Per il loro doloroso sacrificio e in ricordo degli antenati è stato erto un tempio che celebra la loro memoria.
In realtà la prima fase ha avuto avvio nel 2004: da allora nella zona del porto settentrionale sono stati costruiti 16 ormeggi per i cargo container (Marghe??), che coprono 5,6 km di costa per l’accoglienza di circa 9.300.000 container l’anno. Per fare ciò sono stati impiegati 100 milioni di metri cubi di sabbia. Da mozzare il fiato il panorama che vede ordinatamente allineate in fila indiana 60 gru carica container (una ogni 100 m). Non so cosa significhi di preciso ma a metà del 2011 i funzionari portuali hanno detto che il porto era sulla buona strada per andare verso i 12,3 milioni di TEU…già! 
I cinesi sostengono che sia un miracolo nella storia mondiale della costruzione portuale che un progetto così grandioso sia stato portato a termine in 6 anni.
A mio avviso è veramente impressionante!


Vista del porto da una collinetta
Gru in azione!
Container pieni di vestiti di H&M pronti per salpare l'EU

Acque che invitano al nuoto libero..


Vista del porto dall'alto della montagna: un percorso tra rocce sacre e leggende cinesi
Io e C. spossati dalla salita (ho ancora male ai polpacci)
Una mia fan che mi ha chiesto di posare con lei per una foto ricordo..
Il tempio erto in memoria degli antenati

La via verso la meditazione..
Brezza di mare!